Il lacunoso livello di educazione finanziaria nel nostro paese impedisce agli italiani di gestire in maniera efficiente i loro risparmi.
Risparmi che toccano livelli altissimi…
In Italia abbiamo un grosso problema. In realtà ne abbiamo più di uno, anzi, innumerevoli, ma non è questo il post in cui ci si vuole lamentare di tutte le inefficienze economiche e finanziarie del nostro belpaese.
Esiste però un “problema” che si può risolvere seguendo alcuni semplici accorgimenti e facendosi aiutare da un professionista qualificato.
Di cosa parliamo? Del problema legato alla scarsissima educazione finanziaria degli italiani.
Problema che si traduce, a livello pratico, nell’incapacità di gestire in maniera economica, e per economica si intende “razionale” non emotiva, i proprimi redditi, i propri risparmi ed i propri investimenti.
Gli italiani sono da sempre un popolo di ottimi risparmiatori: i nostri nonni ed i nostri genitori hanno dedicato molto tempo della loro vita al lavoro, e questo ha permesso a molti di loro di comprarsi una casa di proprietà, di arrivare ad una certa età con un discreto gruzzoletto di risparmi e di crescere dei figli e mantenerli fino all’età della loro indipendenza.
Tutto questo è sicuramente lodevole, ma molte persone non conoscono il concetto d’investimento, che è in grado di migliorare l’efficacia del risparmio.
Il risparmio, infatti, è una materia prima, che deve essere “allocata” affinché possa continuare ad esserlo.
Il fenomeno dell’inflazione logora nel corso del tempo il valore del denaro che rimane fermo, inutilizzato, depositato semplicemente sul conto corrente o detenuto in forma di contante.
La tabella sopra esprime molto bene lo stato dell’arte dei risparmi degli italiani: nel corso dei decenni le famiglie italiane si sono rivelate davvero lungimiranti nel mettere da parte, come le formichine, i soldi guadagnati.
I dati forniti dalla Banca d’Italia mostrano come nel marzo 2023 i risparmi dei nuclei famigliari si attestavano su livelli altissimi: 1.149.194 milioni di € ammassati sui conti correnti.
Pura liquidità.
Soldi fermi, improduttivi.
Soldi che, con un’inflazione annua media nel 2023 pari al +5%, l’anno successivo varranno il 5% in meno. Fai tu il calcolo del valore che viene “bruciato” dall’erosione inflattiva. Sono molti soldi, non è vero?
Se hai preso coscienza del fatto che non è razionale lasciare così tanti soldi fermi sul conto, non partecipare a questa distruzione di valore.
I mercati finanziari offrono molteplici strumenti in grado di remunerare la liquidità.